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Il fabbisogno di Folati nei bambini e negli adulti

Il fabbisogno di Folati nei bambini e negli adulti

A cosa servono i Folati e perché sono importanti in età infantile, adulta e decisivi in gravidanza

Torniamo a parlare dei Folati,  argomento che abbiamo già introdotto in precedenza ( con un dettaglio anche sugli alimenti che ne sono ricchi) e vediamo qual’è il nostro fabbisogno per capire meglio a cosa servono e cosa succede se ne assumiamo più o meno del dovuto per età e condizioni di salute generali.

Perché abbiamo bisogno di vitamina B9?

La vitamina B9, sotto forma di folati o di acido folico, è coinvolta nei processi di sintesi e riparazione del DNA e RNA cellulari, nella produzione delle proteine dagli aminoacidi, e nel metabolismo delle vitamine. Si tratta, infatti, di un composto che partecipa a svariate reazioni enzimatiche ed è questa la ragione per cui non possiamo restarne privi. Inoltre, i folati giocano un ruolo chiave nella demolizione dell’omocisteina, un aminoacido che se presente nel sangue in alte concentrazioni può rappresentare un pericolo per la salute cardiovascolare.

Come la vitamina B12, anche la B9 è cruciale nella produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo, per questo una loro carenza può portare a stati di anemia e deperimento.
La vitamina B9 è cruciale ben prima del concepimento, essa protegge la fertilità femminile in quanto coinvolta nella maturazione degli ovociti a livello ovarico. Irregolarità mestruali e cicli anovulatori soprattutto nelle giovani donne di solito hanno cause multiple, tuttavia spesso all’origine ci sono anche diete sbilanciate e carenze nutrizionali, tra cui quella di vitamina B9.

Come facilmente intuibile, il fabbisogno di folati cambia con l’età e le fasi della vita. Vediamo quindi cosa consiglia la Società italiana di Nutrizione Umana (SINU) in merito alle quote corrette di folati/acido folico da assumersi per bambini/e, e adulti (le dosi sono indicate in microgrammi μg).

quote corrette di folati/acido folico da assumersi per bambini/e, e adulti (le dosi sono indicate in microgrammi μg)

 

Una carenza di folati/acido folico può essere dannosa per tutti in ogni momento della vita, ma va assolutamente scongiurata durante la gravidanza, vediamo perché.

L’importanza dell’acido folico in gravidanza

La vitamina B9 è talmente importante in gravidanza che quasi sempre alle future mamme viene prescritta un’integrazione di acido folico.

Il fabbisogno giornaliero nei nove mesi della gestazione, infatti, sale da 0,4 mg (400 μg consigliati per la popolazione adulta), a 0,6 mg (600 μg), perché una buona quota viene usata dal feto per svilupparsi. Nel corso della gravidanza la vitamina B9 serve all’embrione per promuovere la divisione cellulare che porta alla formazione del nuovo organismo, per la sintesi del materiale genetico e la formazione delle proteine, i “mattoni” del corpo.

L’utilità della vitamina B9 si esprime al massimo nel primo trimestre, durante lo sviluppo e la chiusura del tubo neurale, da cui si origineranno colonna vertebrale, cranio, cervello e midollo spinale, ovvero le strutture del sistema nervoso centrale. Pertanto in questa fase delicatissima una carenza di folati/acido folico potrebbe causare malformazioni molto gravi del tubo neurale come la spina bifida e l’anencefalia, oltre ad aumentare nel neonato il rischio di tumori cerebrali e difetti cardiaci.
Da alcuni studi risulta inoltre che un deficit di folati aumenti il rischio di parto pretermine, con tutte le conseguenze negative che questo comporta per la salute neonatale.

Un corretto apporto di folati è indispensabile anche per la salute materna, preservando la futura mamma dal rischio di andare incontro a forme di anemia.
Consideriamo, infatti, che durante la gestazione nella donna aumenta il volume globale del sangue, e quindi si attua un incremento nella produzione sia dei globuli rossi che del plasma. Poiché, quindi, in gravidanza cresce soprattutto la quantità di plasma circolante, la concentrazione di emoglobina ed ematocrito tende a scendere, e tenendo conto del fatto che tante donne in età fertile sono tendenzialmente anemiche (con valori di emoglobina inferiori al 12-11%), è chiaro che il rischio di peggiorare questo stato in gravidanza è alto.

Ed ecco perché l’integrazione di acido folico si rivela benedetta sia per il feto che si sta formando, al fine di scongiurare malformazioni dello scheletro e del tubo neurale, che per la mamma che lo sta portando in grembo.

Abbiamo visto come la dose consigliata in gravidanza sia di 500/600 μg al giorno di folati, quindi da assumersi in parte sotto forma di integratore. Secondo le linee guida nazionali e internazionali sulla salute materno-fetale, questa quantità andrebbe però assunta già un mese prima del concepimento, quando la donna sta programmando la gravidanza.
Se hai scoperto da poco di essere incinta ma non hai programmato la gravidanza, dovresti procedere senza perdere tempo ad un’integrazione di acido folico, valutando con il ginecologo o la ginecologa che ti segue qual è il dosaggio ideale in base alle tue condizioni generali di salute, alla dieta che segui (se naturalmente più o meno ricca di cibi contenenti folati), e alla familiarità con la spina bifida a ed altre anomalie del tubo neurale.

Un dosaggio maggiore – fino ed oltre 800 μg al giorno – potrebbe rendersi necessario nel caso tu:

  • Assumessi farmaci anticonvulsivanti
  • Fossi diabetica o celiaca
  • Fossi obesa
  • Soffrissi di un qualche tipo di anemia, inclusa la talassemia
  • Il padre del bambino/a avesse una familiarità con la spina bifida

L’integrazione di acido folico è cruciale – e quindi fortemente raccomandata – fino al primo trimestre di gravidanza. In seguito si potrebbe rivalutare, ma solo se la dieta della gestante fosse adeguata a colmare il fabbisogno di vitamina B9 suo e del feto. Diversamente si può proseguire anche fin dopo il parto, nel primo periodo dell’allattamento per mantenere la quota giornaliera di 500 μg. Il consiglio in questi casi è di monitorare attentamente i livelli di folati attraverso un test delle urine o le analisi del sangue.

Infine, un appello anche ai futuri papà.  Stando a quanto scoperto da uno studio condotto sui topi, bassi livelli di vitamina B9 nel sangue dell’uomo al momento del concepimento sembrerebbero aumentare il rischio di spina bifida. Per questo il consiglio per entrambi gli aspiranti genitori potrebbe essere quello di controllare i propri livelli di vitamina B9 e assumerne – eventualmente – una quota supplementare.

Come controllare il livello dei folati? Il nostro consiglio

Puoi sottoporti ad un test delle urine specialistico e ad ampio spettro, che analizzi i metaboliti dei folati, ovvero rilevi la capacità del tuo corpo di assorbire queste sostanze. Si tratta, quindi, di un esame completo che permette di analizzare gli acidi organici e tracciare il tuo profilo metabolico e nutrizionale solo con un campione di urine. Oltre a rilevare la concentrazione dei metaboliti della pirimidina associati al metabolismo dei folati, potrai scoprire se nascondi altre carenze vitaminiche (es. della vitamina B12). Con un quadro completo sarà molto più semplice anche per il tuo medico valutare quale tipo di intervento sia il migliore per il tuo caso. Se, ad esempio, possa bastare una modifica nella tua dieta, o se sia necessario ricorrere all’integrazione di acido folico per colmare il tuo fabbisogno di vitamina B9, o se, infine, l’assunzione del supplemento vada ritoccata (in caso tu assuma già l’integratore). Parlane con il tuo medico.

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